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Le storie del lago

Notti buie e spiriti buoni

“A volte, di notte, nel cuore dell’inverno, succedono cose molto strane. Il cielo si trasforma in un velo nero costellato di lucine scintillanti. I rami degli alberi si assottigliano. Sembra quasi che provino ad allungarsi verso il cielo. I rumori sommessi diventano più forti e penetranti. La gente si comporta in modo strano. E il Lago di Costalovara si trasforma in un impenetrabile buco nero.”

“Nonno, mi puoi raccontare qualcosa di bello, qualcosa che non mi faccia così tanta paura?” Pronunciando queste parole, Marie nascose il viso sotto la coperta.
“Questa storia non fa paura, stai tranquilla. So già che ti piacerà!” Il nonno si mise a ridere accarezzando con dolcezza i capelli della nipote. “Già alla luce del tramonto appare tutto diverso e quando le luci vengono inghiottite completamente dal buio della notte, la maggior parte delle persone pensa solo ad una cosa: vogliono tutti tornare a casa. Ma non sanno cosa si perdono! Spesso, quando ero ancora un ragazzino, di notte sgattaiolavo fuori di casa. All’epoca credevo che i miei genitori non se ne accorgessero nemmeno, a posteriori ho capito che mi avevano sempre seguito, cercando di non farsi notare. Anche a loro, proprio come a me, piaceva trascorrere quell’ora all’aperto nel cuore della notte. Comunque sia, sono sempre uscito senza far alcun rumore. Ma per quanto io fossi coraggioso, ho sempre temuto che potesse succedere qualcosa. Per questo cercavo alberi su cui fosse facile arrampicarsi e mi sedevo sui rami più grossi. Questo mi faceva sentire al sicuro. E poi aspettavo al freddo che accadesse qualcosa, qualcosa di straordinario, per l’appunto. E sai cosa? Ogni notte succedeva qualcosa di strano, già, proprio così! Una volta mi capitò di sentire un insolito ronzio provenire dalla foresta ricoperta di neve, un’altra volta vidi delle luci brillare nel bosco. Rosse, verdi, viola. Piccole lucine colorate. Un’altra volta ancora un animale piuttosto bizzarro scese giù da un sentiero per sdraiarsi esattamente sul tronco dell’albero sul quale mi ero seduto. Poco dopo iniziò a russare indisturbato sotto ai miei piedi. E una volta, me lo ricordo ancora come se fosse ieri, il cielo mi fece un dono e mi mandò una serie di stelle cadenti. Quella mi sembrò essere più luminosa di qualsiasi altra notte precedente e fu la prima volta nella mia vita che vidi delle stelle cadenti. Fu proprio in quell’istante d’inverno che mi innamorai perdutamente della notte!” Ludwig guardò trasognante fuori dalla finestra.
Marie non riuscì a non ridere del nonno, del suo spirito da sognatore, dell’amore per le storie di una volta e del fatto che, dopo tutti questi anni, non si fosse ancora accorto che erano stati proprio i suoi genitori a regalargli tutte quelle belle esperienze notturne nel bosco. Perché da chi potevano provenire sennò quelle luci in mezzo alla foresta?! Chi avrebbe potuto emettere quel ronzio se non i suoi genitori?! Sì, d’accordo, nemmeno Marie riusciva a spiegarsi che tipo di animale fosse quello che si era addormentato sotto di lui e le stelle cadenti saranno state solo una coincidenza. Ma il fatto che il nonno avesse potuto vivere tutto questo, dipendeva esclusivamente dal volere dei suoi genitori che non glielo avevano mai impedito. Piuttosto lo avevano seguito durante le sue avventure notturne come degli spiriti buoni.
“Beh, una cosa te la devo proprio dire,” Ludwig si alzò dal letto stendendo le braccia verso Marie, “vorrei che anche tu ti innamorassi della notte come feci io in quel momento. Sogni d’oro, piccola mia.”
Quando Ludwig uscì dalla stanza di Marie era ancora perso nei suoi teneri ricordi. Quelle notti trascorse sulle sponde del lago, a pochi giorni dal Natale, gli erano entrate nel profondo del cuore! Eccome! Ludwig entrò in cucina per prepararsi un tè in tutta calma. Poi si accomodò sulla sua vecchia poltrona di pelle, guardando trasognato fuori dalla finestra e stringendo la tisana fumante tra le mani. La notte iniziò a chiamarlo tra le sue braccia, ancora una volta. E così Ludwig si infilò il suo pesante cappotto invernale, diede ascolto a quel richiamo e uscì dalla porta di casa. Passeggiò attorno al lago ghiacciato e ricoperto di neve e respirò a fondo. Sentì la notte candida ed oscura entrargli dentro. Improvvisamente udì un fruscio a pochi metri di distanza. Di colpo si sentì di nuovo ragazzino, proprio come un tempo. Leggermente insicuro, un po’ impaurito, ma spinto dalla curiosità, provò ad avvicinarsi a quel rumore. Che fosse di nuovo quello strano animale? Ludwig avanzò in silenzio. Appena si rese conto che a provocare quel fragore era stata Marie, mentre tentava di arrampicarsi su un albero, sorrise. Era giunto il momento. Ora era lui a dover stare al fianco della nipote come uno spirito buono.