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Le storie del lago

Era una di quelle belle giornate

“L’hai lanciata troppo lontano, ecco perché non sono riuscita a prenderla!”, si lamentò Marie mentre Felix rideva sotto i baffi. Non era la prima volta, infatti, che il ragazzo si comportava in modo sleale mentre giocava a pallone. L’atteggiamento di Felix irritò Marie. E non poco. Ma a darle ancora più fastidio era il fatto che non fosse riuscita ad intuire in anticipo quali brutti scherzi le avrebbe tirato Felix.

Non le restò che togliersi i sandali e tuffarsi dentro l’acqua per andare a ripescare nel lago la palla che continuava ad allontanarsi sempre di più. Di bagnarsi non le andava proprio, in fondo non faceva più così caldo. Ultimamente l’umore di Marie non era dei migliori: era triste perché era terminata l’estate. E poi da qualche settimana Felix non smetteva di infastidirla e, come se non bastasse, ora le toccava pure inseguire una stupida palla. Che poi lei avrebbe voluto fare tutt’altro e non certo giocare a pallone. Preferibilmente da sola. Che non fosse in giornata era palese. Di colpo Marie alzò lo sguardo e notò che la palla aveva smesso di muoversi. Anche se le onde continuavano a spostare l’acqua e anche se Marie continuava ad avanzare, la palla galleggiava sempre nel medesimo punto. Sembrava quasi che sul fondo del lago ci fosse un magnete a bloccarla. “Ma che cos’è?!", Marie si avvicinò al pallone e si stupì nel constatare che la palla stava effettivamente fluttuando nell’aria a pochi millimetri dalla superficie dell’acqua. Sotto alla palla il lago scintillava in modo insolito. Di giallo, di arancione, di rosso, di rosa. Sembrava come se qualcosa o qualcuno si stesse nascondendo in profondità. D’istinto e senza ragionarci troppo, Marie si immerse per frugare con le mani nel fango. Percepì subito tra le dita uno strano oggetto metallico. Al tatto freddo e ruvido. Solo una volta ritornata in superficie la ragazzina realizzò quello che aveva tra le dita: un ferro di cavallo, leggermente arrugginito, ma comunque molto bello. Marie rimase incantata dall’aura di magia che l’oggetto irradiava. Questa sua scoperta la affascinò a tal punto che non si rese nemmeno conto di quanto fosse ghiacciato questo misterioso reperto. E non sentì nemmeno Felix che preoccupato continuava a gridare dicendole di ritornare a riva. Marie passò con la punta delle dita sul ferro di cavallo. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma improvvisamente il cattivo umore la abbandonò e tornò a sorridere felice. Non le importava di aver bagnato i vestiti e non le importava nemmeno che Felix si fosse permesso di prenderla in giro. All’improvviso le piaceva l’idea che l’autunno fosse alle porte. La nuova stagione, infatti, sarebbe stata tanto colorata quanto il luccichio di questo ferro. Già, anche se non sapeva spiegare il motivo, questo pezzo di metallo sembrava infonderle di nuovo energia e gioia. Non è necessario capire sempre tutto, pensò Marie. A volte la fortuna arriva quando meno ce la si aspetta. E Marie l’aveva trovata proprio questo pomeriggio: il simbolo della fortuna per antonomasia aveva fatto brillare per qualche istante una piccola parte del Lago di Costalovara. E per qualche inspiegabile ragione questo ferro aveva avuto un effetto magnetico sulla palla. “Strano”, pensò Marie ad alta voce. “Davvero molto, ma molto strano”. Felix corse verso di lei e Marie istintivamente lanciò il portafortuna nell’acqua, prima di afferrare di nuovo la palla. “Che cos’era, Marie? Va tutto bene? Avevo paura che tu stessi annegando o qualcosa del genere!” Marie gli sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia. “Sto bene. Anzi, sto molto bene!”, rispose raggiante Marie, guardando oltre la riva e lasciando lo sconcertato Felix in piedi in mezzo al lago.

Forse, pensò Marie alla sera, leggermente raffreddata, ma felicemente raggomitolata sotto alle coperte, forse era stato tutto frutto della sua immaginazione. Eppure, in quell’instante, quando arrabbiata e tremolante se ne stava in piedi nell’acqua immersa fino alle ginocchia, era accaduto qualcosa di veramente magico. In un attimo quel brutto momento che Marie stava attraversando dentro al suo piccolo, grande mondo, era stato spazzato via come per magia. Soddisfatta e grata chiuse gli occhi e si addormentò. E bene... Marie non lo sapeva, ma era il suo stesso super potere di bambina che ancora una volta era riuscito a trasformare una giornata così così in un giorno davvero fantastico.