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Le storie del lago

Piccoli piedini in un mondo incantato

Era da un anno che i piedini non vedevano l’ora di ritornare a camminare scalzi e quando finalmente poterono riprovare il solletico dell’erbetta fresca sulla loro pelle, esultarono dalla gioia. Quanto gli erano mancati il prato erboso ed il terreno del bosco con ogni suo sassolino. Perché questo terreno, è lo specchio della vita: a volte divertente ed eccitante, altre piacevole ed allettante, fatto per lasciarsi andare ma altre volte anche, irregolare ed insidioso.

I piccoli piedini che quel giorno si erano appena liberati da un paio di calzettini rosa chiaro, fremevano dalla voglia di dare finalmente il benvenuto alle prime giornate di caldo sulle sponde del Lago di Costalovara. Le piccole dita si stiracchiarono agitate e presero una bella boccata d’aria fresca del Renon. Oh, che meraviglia! Dopo un inverno lungo, gelido ed inclemente, passato avvolti in grossi calzini di lana e stivali pesanti capaci di rinchiudere anche l’anima, era bello tornare a sognare qui fuori, in mezzo alla natura. “Ciao, mondo!”, gridarono allegramente i piedini. “Ehi, ciao, piedini?!”, sussurrò il lago, che aveva sempre la risposta pronta. “Che ne dite di immergere le dita in acqua?” “Ma non sei gelido?”, chiesero timidamente i pedini, che si erano appena riabituati alla luce del sole. “Beh, di certo sarò rinfrescante, ma comunque meraviglioso!”, ribatté ridendo il lago. E così i piedini pallidi cominciarono a palpare delicatamente il prato che era ancora umido dalla rugiada mattutina mentre l’erba si muoveva dolcemente al contatto con i piedini scalzi. Oooh, che goduria ... “Siamo ancora in fase preparatoria”, gridarono i piedini al lago con tono rassicurante e si nascosero tra i fili d’erba verde scuri e tra dei fiorellini gialli, che erano contenti di averli come ospiti. “Quanto è bello rivedervi!”, sussurrò il prato gentilmente. “Mi siete veramente mancati. È molto più bello provare le carezze dei piedi nudi quando non sono intrappolati in scarponcini pesanti. Gli stivali, infatti, mi calpestano, sapete?!” I piedini annuirono e vollero cominciare subito ad allenarsi a camminare scalzi per prepararsi all’estate. Così iniziarono coi primi passi, adagi e prudenti, poi saltellando e danzando ed infine correndo per i campi a serpentina. Ci fu un fugace momento d’esitazione quando il terreno cominciò a diventare più sassoso e scabroso. Quest‘anno, infatti, i piedini non erano ancora abituati ad una sfida del genere. Tuttavia questa sfida tra i sassi e le radici che continuavano ad incitare i piedini a non mollare, si rivelò alquanto avvincente. “Ce la potete fare!”, gridavano i sassi. “Un passo dopo l’altro!”, urlavano le radici. Sentirsi il mondo sotto ai piedi, formando un intreccio, assimilandolo, fu veramente un‘avventura, quasi euforizzante. Esplorare la natura, conquistarla, provarla con tutti i sensi, contemplarla. “Ehi, com’è? Venite o no?”, si sentirono dire i piedini, che ormai avevano finito gli esercizi di riscaldamento, dal lago spazientito e un pochino offeso, perché i suoi amici non gli avevano dedicato la solita attenzione.
“Stiamo arrivando!”, urlarono ridendo i piedini. “Anche tu ci sei mancato, carissimo!” Cominciarono ad immergere prima uno e poi anche l’altro alluce nell’acqua fresca del lago. Ma anche le altre otto dita non vollero lasciarsi sfuggire questo divertimento e fu così che i due piedini si tuffarono in acqua, trattennero il respiro uno dopo l’altro, per poi tornare in superficie. Era leggermente gelida, sì, ma anche divertente e rinfrescante. E quando dopo qualche minuto la situazione si fece veramente un po’ freddina, i piedini si misero a riva su una roccia a scaldarsi ai raggi del sole, mentre le gocce d’acqua rigavano loro la pelle. Oh, quant’era bella l’estate! Marie l’aveva aspettata con ansia. Era stata veramente una lunga attesa per i piedini! Ma chissà, se il sole avesse continuato a splendere caldo e avvolgente, forse, sì, forse tra poco avrebbe potuto immergersi completamente nelle acque limpide del Lago di Costalovara.