DeutschItalianoEnglish
it
Prenota adesso.
Miglior prezzo!

Le storie del lago

Tuffarsi, solo una volta.

La vecchiaia, gli anni che avanzano, iniziano a farsi sentire. Uno scricchiolio qui, un acciacco là, in fondo ormai sono tanti gli anni sul groppone, saranno più di cento. Ma non bisogna farli vedere, bisogna continuare a fare ogni giorno la stessa strada, imperturbabile, sempre uguale. La routine è importante, in mezzo alla frenesia del mondo moderno c’è bisogno di qualcosa di rassicurante.
La giornata inizia alle 06.00 in punto. Si parte quando il sole ha appena fatto breccia nel cielo e diffonde una luce ancora pallida. I prati iniziano a risvegliarsi, nel cielo mattutino. Si attraversano i paesini di Collalbo, Costalovara e Soprabolzano, ancora addormentati. Nella curva più bella di tutte, dove la strada si fa impegnativa, gli alberi si inchinano in un saluto, fanno cadere gocce di brina e piegano i rami in una delicata carezza.

Alcuni contadini sono già svegli, danno un’ultima controllata al trattore prima di iniziare la giornata. I bambini invece sono ancora a letto. Proprio loro più tardi staranno ai bordi della strada, in trepidante attesa, sbracciandosi per salutare. I bambini che salutano sono una gioia per gli occhi, una tenerezza infinita. I bambini sono creature meravigliose.

Sono loro le voci gaie e festose che si sentono da lontano. Quando si passa vicino al lago, le risate e i gridolini di gioia rimbombano per tutti i boschi, riempiendoli di allegria!
Ora che è primavera e le temperature si fanno più miti, amano giocare sulla riva. E in estate si tuffano nel lago dalla zattera, si dondolano sulla corda a mo’ di liana, sospesi sull’acqua increspata, e con un tuffo acrobatico si lasciano cadere, con un tonfo. E’ bellissimo vederli ogni giorno, passando. Come sarebbe bello tuffarsi una volta con loro, solo una volta, lanciarsi nel lago tra spruzzi e risate. Ma non si può, il tempo stringe, e poi il percorso non lo consente.

Maria lancia sassolini nel lago, per guardarli rimbalzare sulla superficie. Gioca spesso sulla riva insieme al figlio dei vicini, Felix. “Ma non avvicinarti troppo all’acqua” ammoniscono i genitori. “E quando il trenino passa per la terza volta, a casa!” Perché sono le 16.00, Maria lo sa. E infatti dai binari si sente già il tipico rumore, che il vento di primavera porta fino al lago. Maria agita la manina verso il piccolo convoglio sbuffante, in segno di saluto. “Maria, ma chi saluti? Non ci sono passeggeri!” dice Felix stupito. “Sì Felix, lo so. Stavo salutando il trenino.”